23 settembre 2005

GLI USA RIMANGONO INDIETRO MENTRE REGNO UNITO ED EUROPA NON ESITANO A PROIBIRE I "FARMACI DELLA VIOLENZA"

Negli Usa, paese dei pistoleros scolastici, gli organi di regolamentazione farmaceutica battono la fiacca mentre Europa e Regno Unito sono all’avanguardia nella proibizione degli antidepressivi legati ad episodi di violenza e suicidio tra i minorenni.
Negli Usa, paese in cui le sparatorie scolastiche provocate dagli antidepressivi hanno ucciso 29 persone ferendone altre 54, gli organi di regolamentazione farmacologica sono accusati di battere la fiacca nel seguire le orme di Europa e Regno Unito sulla prescrizione dei controversi farmaci psichiatrici.
Il lucroso mercato dei farmaci per l’infanzia ha subìto un duro colpo dopo il recente annuncio della EMEA, Agency Medicine European, che avverte di non usare gli antidepressivi sui bambini, in seguito a una rassegna di test clinici in base ai quali è chiaro che i medicinali in questione causano "comportamento suicida, con tanto di tentativi di togliersi la vita" e "ostilità" sotto forma di aggressioni, comportamento antagonista e collera.
Il comportamento violento e suicida è stato osservato negli Usa dove, stando ai dati disponibili, i bambini cui vengono somministrati farmaci antidepressivi sono 1,5 milioni. In otto delle tredici sparatorie commesse nelle scuole Usa, i giovani colpevoli prendevano antidepressivi al momento del fatto, un comun denominatore che ha sollevato seri interrogativi sull’impiego di questi medicinali su bambini e adolescenti.
Nel 2003, l’organo britannico di regolamentazione farmaceutica, il Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency o Mhra, è stato il primo a lanciare avvertimenti sull’uso di antidepressivi in soggetti sotto i diciotto anni. E nel marzo 2004, l’americana Food and Drug Administration o Fda ha pubblicato una circolare informativa di salute pubblica con avvertenze per l’uso di antidepressivi su adulti e bambini.
Sono molti ora a chiedersi che cosa sta spingendo la Fda a procrastinare un’iniziativa analoga a quella europea, in base alla quale 25 paesi hanno vietato l’uso degli antidepressivi sui soggetti al disotto dei 18 anni. Negli Usa uno dei principali fattori determinanti è l’industria farmaceutica che opera in base alla logica del profitto. Nel paese, l’anno scorso ben 4,5 miliardi di dollari sono stati spesi in pubblicità diretta per i farmaci.
È dal 1991 che il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (Ccdu) – un gruppo di sorveglianza sulle attività psichiatriche – e diversi medici e ricercatori indipendenti hanno lanciato l’allarme sul fatto che un gran numero di questi farmaci provocano suicidio e comportamento violento.
Brian Daniels, portavoce nazionale del Ccdu per il Regno Unito, fa notare senza mezzi termini che per avvalorare le prescrizioni di antidepressivi viene usato il mito dello "squilibrio chimico".
"Gli psichiatri raccontano ai genitori che il figlio soffre di uno ‘squilibrio chimico’, nonostante non esista nel modo più assoluto alcuna prova scientifica o sperimentale che possa suffragare una simile affermazione. Non solo: non esiste alcuna analisi clinica che permetta di individuare uno ‘squilibrio chimico’ o un cosiddetto disturbo. L’ ‘epidemia farmacologica’ è più una questione di lucro che non una questione di salvare vite umane".

21 settembre 2005

STUPRO PSICHIATRICO SUL LETTINO:

Nel Regno Unito, la relazione di una commissione d’inchiesta ha causato una ventata di richieste per la promulgazione di leggi che arrestino l’epidemia di violenze sessuali nel settore dell’igiene mentale

Il mese scorso, una commissione d’inchiesta del Ministero della Salute britannico ha reso noto che per ben vent’anni le autorità mediche e psichiatriche non sono riuscite far rispondere delle proprie azioni due psichiatri responsabili di violenze sessuali nei confronti di 77 pazienti. La rivelazione ha prodotto una ventata di richieste per la promulgazione, nell’UE e negli Usa, di leggi che vietino "lo sfruttamento sessuale dei pazienti da parte degli psicoterapeuti". Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU), un gruppo di sorveglianza sulle attività psichiatriche, ha dichiarato che a livello internazionale si stima in 260.000 persone il numero delle vittime di abusi sessuali da parte di psichiatri e psicologi. Il presidente internazionale del CCDU, Jan Eastgate, ha detto che tale cifra potrebbe in realtà essere di diversi milioni, se si calcola che solo l’1% dei pazienti denuncia gli abusi. Gli studi rivelano inoltre che il 14% circa delle vittime degli abusi sessuali da parte di uno psicoterapeuta (ovvero oltre 36.000 persone) hanno tentato almeno una volta di commettere suicidio. Un paziente su cento, vale a dire 2.600 persone, è riuscito a togliersi la vita. Le vittime più giovani degli abusi sessuali da parte degli psichiatri hanno, secondo quanto si è potuto stabilire, età comprese tra i 3 e i 7 anni.
Ciò nonostante, oggigiorno in tutto il mondo sono solo 28 le leggi esistenti per frenare gli abusi sessuali perpetrati sui pazienti dagli psicoterapeuti, e 24 di esse sono in vigore negli Stati Uniti. Nello stato di Victoria in Australia, in Germania, in Svezia e Israele uno psicoterapeuta che abbia contatti di tipo sessuale con un paziente commette reato. Una delle leggi più severe, considera i contatti sessuali con un paziente un reato grave e prevede pene fino a 10 anni di carcere per i colpevoli. Il CCDU sostiene molte delle raccomandazioni fatte dal Ministero della Salute del Regno Unito, tra cui la formulazione di una normativa che garantisca indagini della polizia su ogni denuncia fatta dai pazienti in relazione a crimini sessuali commessi dagli psicoterapeuti e l’inclusione, in ogni contratto di impiego per psichiatri e psicologi, di una clausola in base alla quale tali operatori si impegnano a non avere alcun contatto sessuale con alcun tipo di paziente.
Il rapporto del Ministero della Salute ha giudicato gli abusi sessuali e gli stupri commessi dai due psichiatri del servizio sanitario nazionale inglese (NHS) William Kerr e Michael Haslam, una "disfatta morale istituzionale". L’inchiesta, costata 4,7 milioni di euro, ha appurato che il personale dell’NHS, tra cui gli psichiatri, si è reso colpevole di flagrante negligenza e omissioni nell’intervenire sulle decine e decine di denunce fatte dai pazienti, alcune delle quali risalivano addirittura al 1965. Nel 2003, Haslam è stato finalmente processato e trovato colpevole, ma è rimasto in carcere solo 3 anni. Kerr, descritto come un "individuo arrogante e prepotente" è stato condannato per aggressione oscena nei confronti di un paziente, ma non ha potuto essere processato per altri capi d’accusa "per motivi di salute".
Il processo è stato intralciato, in parte, dalla convinzione che i consulenti psichiatrici siano al di sopra di ogni sospetto. Tuttavia, in base a moltissimi studi, il numero di psichiatri, psichiatri infantili e psicologi colpevoli di reati a carattere sessuale è straordinariamente elevato. Nel 2001 Kenneth Pope, ex capo della commissione etica dell’American Psychological Association, ha condotto uno studio intitolato "Sesso tra psicoterapeuti e clienti", secondo il quale ogni 20 pazienti rimasti vittime di abusi sessuali da parte di uno psicoterapeuta, uno era un minorenne la cui età media era di 7 anni per le ragazze e 12 per i ragazzi. La vittima più giovane aveva 3 anni.
Nel 1998, un’analisi condotta negli Stati Uniti sulle sanzioni disciplinari adottate dagli organi competenti nei confronti di 761 membri della categoria colpevoli di reati di carattere sessuale, rilevò che sebbene gli psichiatri costituissero solo il 6% di tutti i medici a livello nazionale, erano responsabili del 28% dei reati a sfondo sessuale.
Nel 1998, in Svezia, uno studio del comitato sociosanitario nazionale sulle denunce ricevute dai pazienti in un periodo di quattro anni, rivelò che poco meno della metà di tutti gli abusi subiti dai pazienti erano riconducibili agli psichiatri, e tra questi abusi figuravano anche quelli di carattere sessuale.
Durante un’inchiesta britannica condotta tra gli psicologi sui contatti sessuali tra psicoterapeuta e paziente, il 25% degli intervistati ha riferito di aver avuto in cura un paziente che aveva avuto una relazione sessuale con un altro psicoterapeuta.
Il rischio di stupro per una donna è più alto quando si trova stesa su un lettino psichiatrico che quando fa jogging da sola di notte in un parco cittadino. Gli studi mostrano che tra il 6 e il 13% degli psichiatri e degli psicologi commette abusi sessuali sui propri pazienti e, secondo un’indagine dell’American Journal of Psychiatry, l’80% degli psichiatri che hanno ammesso il fatto, ha avuto contatti sessuali con una media di 6 pazienti.
Il rapporto compilato dal CCDU, La Violenza sessuale – Aggressione a donne e bambini (http://www.cchr.org/publications/it/itbooklets/ITA%20-%20Rape.pdf) chiede a ogni paziente che è stato vittima di abusi da parte di uno psichiatra o psicologo di sporgere denuncia alle autorità o di rivolgersi per aiuto al CCDU, se necessario. Il rapporto fa notare che gli psichiatri hanno la fama di insabbiare o ignorare le denunce per stupro contro i loro colleghi e che pertanto tali denunce vanno fatte agli organi di polizia. Nel 1994, il rapporto del Consiglio d’Europa intitolato "Psichiatria e diritti umani" chiedeva con urgenza che venisse emanata una normativa che "proibisse esplicitamente a uno psicoterapeuta/psichiatra attività sessuali con i pazienti". Tuttavia l’ostruzionismo psichiatrico impedì l’attuazione di questa richiesta. Due anni dopo, la World Psychiatric Association emise la seguente dichiarazione: "Il comportamento etico del singolo psichiatra si basa sul suo senso di responsabilità nei confronti del paziente e su quella che lui giudica una condotta corretta e appropriata". La WPA esitò all’idea di "codici di condotta professionali, studi deontologici o legislazione", affermando che "non avrebbero garantito la pratica etica."
Tuttavia il professore di psichiatria statunitense, Glen Gabbard, dissente da questo punto di vista e
ammette che: "L’aspetto positivo della criminalizzazione è che le giurie o la magistratura possono amministrare la giustizia in maniera più efficiente rispetto ai comitati di ammissione agli albi o ai comitati etici".

14 settembre 2005

PSICHIATRIA: BAMBINI SOTTO ESAME

E' opinione nella psichiatria che la peggiorata condizione dei nostri giovani giustifica l'adozione di misure quali "screening delle malattie mentali o comportamentali". Muniti di tale licenza, di esaminare ogni bambino, dalla scuola materna fino alle superiori e all'università, si sostiene di poter identificare i bambini a "rischio" di instabilità, i bambini antisociali e persino quelli violenti.
I programmi psicologici o psichiatrici per bambini si fondano sul tacito assunto che nel campo della salute mentale si conosca tutto sulla mente e sui suoi fenomeni, che si conosca come migliorare lo stile di vita, il sistema di valori e come migliorare la vita dei bambini; una conoscenza che andrebbe oltre la comprensione e le facoltà non solo dei genitori, ma anche di chiunque altro nella società.
L'introduzione di questi all'interno delle scuole nacque in Germania, sotto il nome di "chiarimento dei valori" e fu poi introdotto nelle classi americane con vari nomi: training emotivo, gruppi d'incontro, training dell'autostima, ragionamento morale, risoluzione dei conflitti e gestione della collera, per citarne alcuni. Non sono altro che tecniche mentali che mirano a modificare il comportamento o alterare i valori dei giovani.
Frank Furedi, professore di sociologia all'Università del Kent in Gran Bretagna, spiega: "Il regime dell'educazione terapeutica si basa su una sorta di modifica del comportamento, che non solo prende di mira la condotta, ma cerca anche di alterare alcune forme di sentimenti ed emozioni. Addestrare un bambino su come deve sentirsi è molto più invasivo e coercitivo che educare un allievo su come comportarsi".
L'analista ricercatrice Diane Alden ha dichiarato: "Abbiamo avuto anni di consulenze, di terapie, di farmaci, di sistemi indisponenti e non accademici, e ciò che ne abbiamo ricavato sono bambini stupidi che si sentono bene ad essere stupidi e violenti".
Attualmente in Italia, secondo i risultati del progetto di screening Prisma 2004, si sostiene che il 9% dei minori soffrirebbe di disagi o turbe mentali, e in particolare il 5 – 10% del disturbo da deficit dell’attenzione con iperattività (ADHD), secondo le ultime stime del Comitato Scientifico della Neuropsichiatria italiana.
Si ricorda che i genitori non sono obbligati a sottoporre i propri figli a test, e comunque devono darne il loro consenso, in ogni caso può informarsi sui suoi diritti e fare in modo che siano rispettati, anche nel caso di programmi specifici.
Chiunque ritiene di aver subito danni causati da trattamenti psichiatrici può mettersi in contatto con il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani.
Per informazioni Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
e-mail: ccdu_italia@hotmail.com
Tel. 0236510685

05 settembre 2005

PILLOLE DELLA FELICITA’: SCIENZA O PROPAGANDA?

Recentemente è un susseguirsi di allarmi da parte degli enti di controllo dei farmaci, sia in Europa come negli Stati Uniti, sugli effetti collaterali degli antidepressivi o "pillole della felicità". In Gran Bretagna la questione ha avuto un forte eco, molti medici hanno messo in discussione l'efficacia tout court degli psicofarmaci (non solo nei confronti dei giovanissimi), portando le prove del fallimento farmacologico nella cura del disagio psichico.
Sono per primi i medici a sollevare il problema della sicurezza di farmaci psicotropi e dei loro effetti collaterali, diversi studi, di varia provenienza, hanno dimostrato che il loro uso aumenta i gesti autolesionistici, ideazioni suicidarie e tentati suicidi. L'avvertenza aveva dapprima riguardato solo i farmaci più recenti, i cosiddetti SSRI e SNRI ma poi è stato esteso a tutti gli antidepressivi, visto che per nessun farmaco, secondo l'ente regolatore statunitense, si poteva escludere la possibilità di questo effetto, per non parlare di tutti gli altri effetti collaterali che vengono segnalati ormai quasi quotidianamente sulle riviste scientifiche, su donne incinte e anziani.
Le pubblicazioni di questi studi, i numerosi avvisi e l'obbligo di segnalare nelle confezioni, con grande evidenza (il cosiddetto black box warning) il possibile aumento del rischio di suicidio nei giovanissimi, hanno causato negli Stati Uniti, un crollo delle prescrizioni di antidepressivi a bambini e adolescenti, secondo i dati disponibili, nel primo trimestre 2004 il numero di prescrizioni è sceso del 23% rispetto all'ultimo trimestre del 2003. Sono cifre significative, se si pensa che a partire dal 2000 si era avuto un aumento del 77%. A 17 milioni di studenti nel mondo sono stati diagnosticati "disturbi mentali" e i trattamenti prescritti sono stimolanti simili alla cocaina o potenti antidepressivi.
La scientificità delle attività psichiatriche è messa in discussione dagli stessi risultati, che a quanto pare non sono paragonabili alla propaganda psichiatrica.
Va ricordato che le diagnosi per disturbi mentali derivano dal Dsm (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), un manuale la cui creazione è criticata dagli stessi psichiatri per la scientificità su cui è basato, Ron Leifer, psichiatra di New York a detto in merito ad esso: "Un’arrogante trappola…Pretendere che sia una testimonianza scientifica è un danno per la cultura…".
Ovviamente, le persone possono incontrare e, a volte incontrano veramente delle difficoltà a livello mentale e hanno bisogno di aiuto, tuttavia i professori Herb Kutchins e Stuart A. Kirk, autori del libro Making Us Crazy dichiararono che: "In genere il pubblico può ricavare da un manuale diagnostico psichiatrico una rassicurazione fittizia del fatto che le difficoltà e i turbamenti della vita e del vivere possano essere spiegati con un’etichetta psichiatrica e risolti con una pillola. Certamente, ci sono un sacco di problemi e una miriade di cose particolari con cui lottiamo ogni giorno….per risolverle. Ma la vita potrebbe essere diversa? La bibbia psichiatrica ci ha classificato come pazzi, la verità è che siamo semplicemente "umani".
Chiunque ritiene di aver subito danni causati da trattamenti psichiatrici può mettersi in contatto con il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani.
Per informazioni Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
e-mail: ccdu_italia@hotmail.com
Tel. 0236510685